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Triora - A caccia di streghe in chiave moderna.

(di Emanuele Giglio)

 

"Il paese delle streghe" recita la presentazione di Triora (IM), denominazione derivata dal processo per stregoneria avvenuto intorno al 1587. Oltre 30 donne del paese vennero accusate di compiere riti stregoneschi e satanici e la santa inquisizione, non certo tenera nelle sue indagini, accertò la colpevoleza di gran parte di loro estorcendo confessioni sotto terribili torture. Da allora il paesino, arrampicato sulle montagne alle spalle di Imperia, è diventato una sorta di Salem italiano. Non vi pare un'ottima scusa per un giro in moto? E allora si parte: Torino, approfittandone per un'occhiata alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, si aggira il parco e si prosegue verso None, Pancalieri e Saluzzo, poi Cuneo e Boves, dove conviene far tappa per una breve passeggiata fra le piccole botteghe e le antiche viuzze. Ma la strada ci chiama, si comincia a salire in quota, Roccavione, Vernante ed i suoi splendidi murales, Limone Piemonte e finalmente il Col di Tenda, dove attenderemo il verde per attraversare il tunnel a senso unico alternato. Oltralpe ci attende la discesa verso valle, verso il mare, ma non ci arriveremo stavolta. Si attraversano, costeggiando in alcuni tratti la ferrovia della Val Roya, Tenda, Briga, Saorgio e Breglio, poi torniamo sul suolo italiano raggiungendo Fanghetto, proseguiamo sulla SS20 giocando ancora a nascondino col fiume Roja fino a Trucco, poi bisogna svoltare a sinistra appena prima di Varase ed imboccare la SP92 seguendo le indicazioni per Verrandi e la serie infinita di curve e tornanti che ci porterà a Dolceacqua tramite la SP70 ed SP68. A Dolceacqua conviene fermarsi a visitare il castello ed a far riposare i polsi, affaticati di sicuro... Non ci resta poi che proseguire sulla SP64 e SP65 che proseguono a mezzacosta sulle splendide curve dell'entroterra ligure; Isolabella, Molini di Triora e finalmente Triora. Qui vi accorgerete che le Baggiure, le streghe in italiano, potrebbero essere ancora in vostra attesa, pronte a sedurvi ed ammaliarvi... Tutti i vicoli, le casette, le strette stradine sembrano essersi fermate a qualche secolo fa: i muri, gli archi fra le case di ardesia hanno un alone dal fascino oscuro, magico, macabro, sapientemente dosato dagli abitanti per meritarsi il nome del Paese delle streghe. Buoi, teste di pietra, personaggi avvolti dal mistero, annunciazioni, motivi sacri, ma anche gatti neri e scope sulle porte delle case. ...e luoghi da evitare dopo il tramonto. Non attardatevi quindi, se volete raggiungere "La Cabotina", il luogo dove le streghe giocavano a palla coi neonati come palloni, o la chiesetta di San Bernardino ed i suoi affreschi sul giudizio universale ed i supplizi a cui sono sottoposti i dannati... Se sopravvivrete al fascino oscuro delle Streghe potreste approfittare per chiudere il cerchio tornando attraverso la SP17 fino a Pieve di Teco, poi Col di Nava, Garessio, Ceva, Vicoforte, Mondovì, Fossano e Carmagnola, ma magari fatelo in 2 giorni, non sarete frollati come me alla fine...



 

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