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IL VIAGGIO DELL’EROE “MotoMiliteIgnoto”

Aquileia 29.10.21 – Roma 2.11.2021

 Reportage dell’evento di R. Cervino

6

 

 

E’ dalle 6 di stamattina che siamo svegli e più o meno impegnati. E un po' stanchi. Nel frattempo il gruppo distaccato a Pescia, terminata la presentazione del libro, si è messo in sella per ricongiungersi al gruppo principale e questo avviene nell’area di Servizio dopo Firenze Sud. Qui facciamo più di un’ora di sosta, riforniamo le moto, ci rifocilliamo con dei panini pervenuti direttamente dal Presidente ANMI di Pescia, nostro Socio David (Grazie!) e ci sgranchiamo le gambe. Prima di terminare la seconda giornata, la più impegnativa, dobbiamo fermarci ancora ad Arezzo prima di raggiungere Chianciano Terme.

Quando siamo pronti, ripartiamo verso l’uscita di Arezzo, sempre via autostrada A1.

Arezzo ci accoglie verso le 1630 con il consueto caos di traffico di fine giornata lavorativa. Raggiungiamo il piazzale della Stazione, riusciamo a parcheggiare le moto molto ravvicinate e con la solita ragazza di passaggio espletiamo la consueta fotografia ricordo. Grazie Arezzo….arrivederci.

 

AREZZO Fu sede della più antica università della Toscana, e una delle prime in Europa. Importante centro orefice e di alta moda. È inoltre la patria di artisti e poeti quali Francesco Petrarca, Giorgio Vasari, e nelle vicinanze di Michelangelo Buonarroti. Famosa per gli affreschi di Piero della Francesca all’interno della cappella della basilica di San Francesco e per il crocifisso di Cimabue all’interno della chiesa di San Domenico. Arezzo fu una delle principali città etrusche insieme a Cortona, Chiusi e Orvieto. Al sorgere della potenza di Roma la città, insieme alle consorelle etrusche, tentò di arginarne le tendenze espansionistiche, ma l'esercito messo insieme da Arezzo, Volterra e Perugia fu sconfitto a Roselle, presso Grosseto, nel 295 a.C.; e così nel III secolo a.C. Arezzo fu conquistata dai Romani che latinizzarono il suo nome etrusco in Arretium.

 

A questo punto restano una sessantina di chilometri, circa 1,5 ore ancora in sella prima del meritato riposo, dopo aver consumato la ricca cena prevista nell’albergo scelto. La cena è piacevole, ricca, abbondante, con svariate portate sia finger food che piatti serviti. Il bello dei raduni in moto, oltre i chilometri in sella, le belle località incontrate, secondo me è anche lo stare seduti a tavola a mangiare, bere e chiacchierare. Di questi tempi con il COVID tutto risulta più difficile, ma quando lo puoi fare, anche le cose più semplici vengono maggiormente apprezzate. Terminata la cena ci spostiamo nel salone del bar, per i caffè ed i digestivi e per i saluti e ringraziamenti a due poliziotti che domani da Orte lasceranno il gruppo per rientrare a Sant’Omero essendo di servizio il giorno 1 novembre. Grazie del vostro lavoro e buon rientro a casa.

Domani, 31 ottobre, il viaggio che ci aspetta è molto più breve dei giorni passati, “solo” 217 km, ecco spiegato perché il Capo Gruppo ha fissato l’orario di partenza alle 0930, con tutta calma.

La mattina seguente, l’aria di Chianciano Terme è frizzantina (in fondo siamo a fine ottobre). Montiamo in sella, verifichiamo di essere tutti pronti, e iniziamo il terzo giorno di questa rievocazione storica del Viaggio dell’Eroe del 1921.

In pochi minuti arriviamo alla Stazione di Chiusi, giusto il tempo per la ormai classica foto ricordo e proseguiamo il viaggio verso Orvieto. Il meteo incontrato finora è eccellente: mai una goccia di pioggia, cieli sereni, Sole che ci scalda viste le temperature rigide al primo mattino ma intorno a mezzogiorno la temperatura si fa gradevole, qualcuno si cambia i giubbotti indossando qualcosa di meno pesante. Purtroppo lo scopo del viaggio e i tempi molto stretti non ci hanno consentito di fare divagazioni turistiche e culturali oltre quelli prefissati, ma lo sapevamo e siamo comunque orgogliosi di quello che abbiamo fatto e ancora ci resta da fare. Giunti ad Orvieto, non c’è bisogno di salire fin in cima alla rupe, visto che lo scalo ferroviario è in basso, ai piedi della rocca. Foto ricordo e avanti fino a Orte Scalo.

La collina toscana, la Val D’Orcia e l’alta collina Laziale sono paesaggi che lasciano senza fiato da quanto sono belli. La strada è un continuo di saliscendi, curve, panorami mozzafiato. E’ un piacere percorrere queste strade. Quando passiamo per qualche paesino, suoniamo i nostri clacson e salutiamo la gente che risponde e sorride.

 

ORVIETO Dal latino urbs vetus ("città vecchia") Orvieto sorge su una rupe di tufo, tra i 280 ed i 325 m s.l.m. Una delle dodici città-stato etrusche, denominata dai Romani "Volsinii". Tra la fine del IV e l'inizio del III secolo a.C. l'assetto sociale che aveva permesso la crescita della città si incrinò finché i nobili non chiesero aiuto ai Romani. Questi, nel 264 a.C., colsero l'occasione per inviare l'esercito a Volsinii occupandola. Dopo il crollo dell'Impero romano d'Occidente, Orvieto divenne dominio dei Goti fino al 553 quando, dopo una cruenta battaglia e un assedio, fu conquistata dai Bizantini di Belisario. Successivamente, dopo l'istituzione del Ducato di Spoleto, divenne longobarda.